Nonostante fino a qualche mese fa tutto sembrava andare verso un notevole miglioramento, da circa una settimana in India è scoppiata una seconda e gravissima ondata di Covid-19.
Si parla di 301 mila nuovi casi e di oltre 2 mila decessi al giorno solo al nord, cifre che purtroppo non sembrano abbassarsi, anzi: il picco dei contagi è ancora lontano.
Nella capitale Nuova Delhi il sistema sanitario pare essere davvero sull’orlo del collasso, con mancanza di ossigeno e ospedali pieni, come spiegato dalla giornalista Rita Cenni, durante la diretta di mercoledì 21 aprile. I dati riportano solo una parte delle effettive statistiche, in quanto riguardano principalmente le grandi metropoli, escludendo le zone rurali e ai margini delle città.
Siamo ovviamente in costante contatto con lo staff indiano e Chitra Shah, direttrice della Satya Special School, ha tenuto a farci sapere questo: “La situazione a Pondicherry non è critica come al nord, ad ogni modo i casi stanno aumentando e abbiamo dovuto sospendere tutte le nostre attività e dare la possibilità allo staff di lavorare da remoto. Stiamo tenendo sotto costante monitoraggio le condizioni di alcuni bambini infettati e delle loro famiglie e, sospeso momentaneamente il progetto Unità di Terapia Mobile“.
Il lockdown generale a Hyderabad ha causato non pochi problemi. Il personale sanitario alle prese con l’emergenza effettua solo consulenze e visite da remoto per limitare il flusso di persone all’interno delle strutture. Viene inoltre consigliato alle famiglie di procurarsi una bombola di ossigeno in caso di emergenze, ma come abbiamo potuto appurare si tratta di un’impresa tutt’altro che facile.
Purtroppo tre dei nostri ragazzi sono risultati positivi, uno di loro in particolare è costantemente tenuto sotto osservazione e alloggia presso un “Covid Hotel”. Oltre a presentare sintomi importanti, è anche di salute cagionevole e quindi, purtroppo, è più a rischio.
Gli altri due e le loro famiglie non se la passano meglio: pur non avendo perso il lavoro ufficialmente, a causa del lockdown non stanno percependo lo stipendio. Questa cosa reca non poche difficoltà a loro e ai loro familiari: sta rendendo davvero complicato sostenere le spese volte al loro mantenimento.
La situazione è quindi tutt’altro che facile e risulta imprevedibile al momento sapere come si evolverà.
A Delhi, dove la situazione pare essere la più critica, tutto lo staff dell’Orfanotrofio Children of The World (terapisti e educatori compresi) lavora da remoto. Solamente le tate e un’infermiera si occupano dei bambini in struttura, che per ora, fortunatamente risultano essere tutti in salute.
Sarà nostra premura tenervi aggiornati sulle condizioni dei bambini e ragazzi indiani e sul nostro meraviglioso staff, che sta affrontando questa emergenza con una forza incredibile, ma nel frattempo abbiamo bisogno di voi.
Questa è una situazione di emergenza di fronte alla quale non possiamo chiudere gli occhi. Abbiamo deciso di essere al fianco dei bambini e dei ragazzi dei nostri progetti sempre e a maggior ragione vogliamo farlo ora.
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