Vi raccontiamo qualcosa in più sui bambini e ragazzi e sulla situazione che sta vivendo lo stato indiano.
Carissimi,
dopo diverso tempo, torniamo a raccontarvi la situazione indiana e come viene gestita la situazione sanitaria nazionale, ma prima qualche aggiornamento dai progetti.
Iniziamo con darvi qualche aggiornamento sui bambini e i ragazzi indiani che fanno parte dei progetti che sostenete con grande fiducia e sensibilità.
Diversi ragazzi di Hyderabad del progetto “Costruiamo un futuro” sono riusciti a tornare a frequentare i loro istituti e seguire una didattica in presenza, a volte anche parziale.
Le accortezze restano sempre le stesse ad Hyderabad, obbligo di mascherina e igienizzazione delle mani all’interno delle strutture scolastiche.
Tutti i ragazzi e ragazze stanno bene e finalmente stanno riprendendo la loro quotidianità.
3 ragazzi nel 2020 hanno raggiunto l’indipendenza lavorativa e si sono resi autonomi, questo grazie a voi che in questi anni avete creduto in loro e donato gli strumenti perché ciò fosse possibile.
Stiamo valutando anche la situazione economica e famigliare di altri 3 ragazzi che potrebbero entrare a fra parte del progetto “Costruiamo un futuro”.
I bambini dell’Orfanotrofio “Children of the World”, al contrario non hanno ancora iniziato la didattica in presenza.
Le scuole governative non hanno dato accesso alle strutture scolastiche, perciò i bambini vengono seguiti da una tutor privata che gli permette di proseguire con il loro apprendimento finché non sarà possibile tornare in presenza.
Il numero di bambini è ancora aumentato, al momento sono 31; altri neonati sono arrivati negli ultimi mesi.
Le adozioni nazionali ed internazionali sono riprese regolarmente nelle ultime settimane, dopo essere state bloccate per diverso tempo.
Per questo 2021 abbiamo in programma, situazione sanitaria permettendo, di inserire delle figure professionali di supporto al benessere dei bambini: un counselor e un’educatrice.
Grazie ancora per quanto avete fatto per loro in questi mesi, il vostro supporto è stato fondamentale per dare sostegno nei momenti più difficili.
Per questo nuovo anno stiamo pianificando una campagna di check-up medici per tutti i bambini e i ragazzi che fanno parte dei progetti. Lo scorso anno è stato particolare ed impossibile da attuare, per macanza delle giuste precauzioni, un controllo per tutti . Vi terremmo aggiornati.
Grazie di cuore!
Come ricorderete, l’India ha iniziato ad affrontare la situazione Covid-19 diverso tempo dopo rispetto ad altri stati europei e mondiali, sottovalutato il problema e suggerendo rimedi “casalingo/religiosi” per evitare il contagio.
Sono susseguite poi, riforme ferree, repressioni violente (per chi non rispettasse il coprifuoco) e lock down molto duri che hanno colpito severamente la popolazione, soprattutto quella che già si ritrovava ai margini della società.
Spesso vi abbiamo raccontato che non esiste un sistema previdenziale in India, e se non hai la possibilità economica di curarti o tutelarti, lo stato ti abbandona a te stesso e a quello che ne sarà di te.
La situazione è stata paradossale per tanti mesi, ci arrivavano racconti dai nostri amici, referenti e dai ragazzi che ogni città/stato federale o distretto adottasse le normative che più aggradavano. Il primo Ministro Narendra Modi ha lasciato che ogni Stato Federale adattasse, in base alla propria situazione, le varie politiche di prevenzione e cura.
Probabilmente sarebbe stato impossibile fare diversamente, vista l’estensione e l’eterogeneità dello Stato, ma sicuramente delle politiche sociali di assistenza a tutte le persone che si sono ritrovate senza lavoro, casa o reddito, sarebbero state un supporto importante per molti.
L’india per diversi mesi ha detenuto il triste record di contagi, restando sul podio insieme a Brasile e Stati Uniti. Ora la situazione sembra ben diversa: il 22/01/2021 si registrano 10.6 milioni di casi da inizio pandemia, con 10.3 milioni di guariti e 153 mila decessi.
Le riflessioni che emergono su questi dati riguardano proprio la capacità di resilienza della popolazione; ad oggi l’India ha tra i più bassi tassi di letalità.
Tra le spiegazioni che i vari scienziati si stanno dando c’è l’età media della popolazione: L’India ha una popolazione giovane, con un’età media di 28,4 anni, come indica il Rapporto sulla popolazione mondiale dell’ONU.
Due studi (ancora non pubblicati) riportati dalla Bbc, dicono che a giocare un ruolo chiave sarebbe il sistema immunitario rafforzato degli abitanti di questi Paesi.
Alcuni studiosi parlano di sistema immunitario rafforzato, dettato dalla presenza di alcune malattie diventate ormai endemiche (come ad esempio la febbre dengue) che hanno conferito alla popolazione indiana un certo livello di anticorpi per proteggersi dal coronavirus.
Poi c’è chi parla anche di sottovalutazione dei dati, affermando che non tutti i decessi sono normalmente contabilizzati, così come non vengono sempre registrate le cause che hanno portato alla morte.
Questo è un problema, soprattutto nelle zone rurali, dove vive il 70% della popolazione. Molti decessi in queste aree non vengono registrati, a meno che non ci sia stato un ricovero ospedaliero.
Qualsiasi sia la causa di queste valutazioni, resta comunque che l’india riporta la percentuale più alta di guariti
Fonti:
https://statistichecoronavirus.it/statistiche-coronavirus-india/
https://statistichecoronavirus.it/coronavirus-india/
https://www.ilmessaggero.it/mondo/covid_india_teoria_igiene_studi_ultime_notizie-5561691.html
Dopo quella del Coronavirus si è palesato l’allarme per una nuova pandemia che stava colpendo lo stato indiano dell’Andhra Pradesh. Noi abbiamo ricevuto subito la notizia da alcuni dei nostri ragazzi che vivono in questo Stato, che ci raccontavano che si stava manifestando una malattia che stava riempiendo in poche ore gli ospedali dello Stato federale. Tutti i pazienti si presentavano con gli stessi sintomi: nausea, vomito, crisi epilettiche fino ad arrivare allo svenimento. Per giorni si è parlato di una nuova pandemia, che non faceva distinzione di sesso o età, finché delle analisi accurate hanno evidenziato la presenza di nichel e piombo nel sangue dei pazienti; lo stesso nichel è stato rinvenuto in numerosi campioni di latte prelevati nella zona di Eluru (nota per la produzione di seta pregiata) da dove sembrava partito il focolaio.
Insomma in poche ore si è scatenato il panico mondiale!
Fonti:
L’India è diventata nell’ultimo ventennio (se non di più) un polo di ricerca scientifica, medica e tecnologica e i laboratori di ricerca di tutto il paese hanno messo a lavorare le migliori menti per la produzione del vaccino anti-covid19.
Hyderabad, centro di grandi multinazionali e laboratori all’avanguardia, ospita una delle aziende farmaceutiche che produrrà il vaccino.
Il primo Ministro Narendra Modi non ha perso l’occasione per ricordare al Mondo intero l’importanza indiana in questa fase storica, definendosi “i maggiori distributori di vaccino nel sudest asiatico nei prossimi mesi”.
Il vero obiettivo di Modi, tranquillamente palesato, è quello di bloccare il dominio economico cinese soprattutto nel continente asiatico, affermandosi così come nuova nazione predominante.
L’india ha già iniziato ad inviare ad alcuni Stati confinanti, in simbolo di amicizia, dosi gratuite di vaccino prodotte dalla britannica Astrazeneca in territorio indiano.
Tra i paesi che hanno beneficiato della “grande generosità” di Modi troviamo anche il Nepal e il Bangladesh. Che sia un segnale per voler riparare i legami tesi tra gli Stati?
L’India da anni ha lottato per tenere il ritmo degli investimenti cinesi in paesi come Sri Lanka, Nepal e Maldive, dove la Cina sta costruendo porti, strade e centrali elettriche.
Ma la domanda di vaccini, in questi paesi che cercano disperatamente di rilanciare le loro economie dipendenti dal turismo, ha offerto al governo del Primo Ministro Narendra Modi un modo per recuperare terreno, dicono i diplomatici.
L’India punta a sostituire la Cina il prima possibile su scala internazionale come potenza economica e ogni piccolo passo che viene compiuto dal governo è volto verso questa direzione.
Vi riportiamo un piccolo aneddoto che speriamo vi farà sorridere, ma anche riflettere…
Modi ha deciso di “battezzare” con un nome più indiano il “dragon fruit”, frutto tropicale presente anche in Asia.
Il nome “dragon fruit” era troppo associabile alla Cina, ormai sua acerrima nemica, così ha deciso di ribattezzare il frutto con la parola sanscrita “Kamalam = Loto”, decisamente più nazionalista.
Vi ricorda per caso qualcuno?
Fonti:
https://www.aljazeera.com/news/2021/1/20/india-pharmacy-of-the-world-starts-exporting-covid-vaccines
Il governo indiano ha messo in programma l’attuazione di nuove normative agricole che metteranno in serie difficoltà gli agricoltori. Tra le varie normative, quella più rilevante consentirà agli acquirenti privati di trattare direttamente con gli agricoltori, che da mesi hanno innescato alcune delle più grandi proteste agricole degli ultimi anni. Questa normativa, lascerà alla mercé dei grandi venditori e delle industri alimentari la scelta dei prezzi e renderà irrilevanti i tradizionali mercati all’ingrosso.
Da più di due mesi, le rivolte si sono riversate sulle principali autostrade della capitale, Nuova Delhi.
Il Ministro dell’agricoltura ha dichiarato che il governo è aperto alla sospensione delle leggi fino a 18 mesi, periodo durante il quale si dovrà lavorare per trovare delle soluzioni e proposte concrete.
Sono previste altri movimenti da parte degli agricoltori nei prossimi giorni con lo scopo di arrivare all’annullamento della legge.
Fonti:
https://statistichecoronavirus.it/coronavirus-india/
Grazie infinite per quello che fai e di quello che farai per loro.
A presto!
Grazie di cuore! ❤
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